A Oriente di Oriente

Ci chiediamo ogni giorno come era prima, come era prima che tutto questo pandemonio fosse iniziato.

E’ un po’ come tutte quelle cose che diamo per scontate: ci rendiamo conto della loro importanza solo quando non le possediamo più. La libertà è la prima (beh, ok, prima c’è la salute, naturalmente). La libertà di espressione, tra le tante libertà. Perfino nei sistemi più totalitari, più militarizzati, più violenti e truci l’arte viene vista pericolosamente.

Perché l’arte è più potente di qualsiasi altra cosa sulla Terra.
L’amore? Certo, l’amore, ma l’arte… Per questo noi continuiamo come se non stesse succedendo nulla là fuori. No, non è esatto.

Gli artisti durante le guerre continuavano a fare gli artisti e non potevano farlo se la guerra fosse stata l’abisso da cui non poter più uscire, qualcosa che annichilisse perfino l’ultima delle speranze dell’uomo: la speranza di sperare. I cittadini continuarono a fare i cittadini e gli artisti a fare gli artisti. “A Oriente di Oriente” è il tema del prossimo nostro L’ArtiFestival a settembre 2021.

Continuiamo a guardare oltre i portali della nostra immaginazione e cultura.
Vedremo dove stavolta ci porteranno.