L’ARTIFESTIVAL 2020

L’ARTIFESTIVAL 2020

IL 3 E IL 4 OTTOBRE 2020 ORGANIZZEREMO PRESSO LA SEDE DEL TECNOPOLO (PIAZZALE EUROPA, 1) DI REGGIO EMILIA IL PRIMO FESTIVAL DELLE ARTI DI QUESTA CITTÀ.Per la partecipazione ai seminari e ai laboratori (vedi programma sotto)
è obbligatoria la prenotazione, come previsto da DCM per Covid 19.
Per l’iscrizione andare su www.lartifestival.it e seguire le facili istruzioni.

Riprendiamoci. Riprendiamoci i nostri spazi.
Riprendiamoci la nostra identità.
Riprendiamoci il nostro ruolo.

C’era proprio bisogno di questo drammatico momento storico per avere coscienza dei problemi che coinvolgono le persone nel mondo dell’arte? Certamente no. Da tempo la nostra figura si era deteriorata rispetto alle aspettative di una società in evoluzione che ci ha scaraventato giù dal nostro sacrale piedistallo. Paradossalmente questa è un’occasione imperdibile per riflettere sulla funzione contemporanea dell’essere artista: arredare il mondo con concretezza e immaginare il futuro con visionarietà.

PROGRAMMA DELL’ ARTIFESTIVAL 2020

SABATO 3 OTTOBRE

INAUGURAZIONE MOSTRA
  10:00 La mostra resterà aperta fino a domenica 18 ottobre
SEMINARI SALA CONVEGNI
  10:30 Arte e tecnologia: gemelli diversi
Daniele Lunghini
  12:00  Simboli e meme
Carlo Baja Guarenti
  15:30  Artemisia Gentileschi: il #metoo ai tempi del ‘600
M. Antonietta Centoducati
  17:00 L’eterna provocazione fra Arte e Filosofia
Maura Gancitano
LABORATORI
Sala Acquario 10:30 / 13:00 Laboratorio di Disegno a matita
con Enzo Barbanti
Sala Cubo  10:30 / 13:00 Laboratorio di Pastello
con Mariapaola Gatti
Sala Acquario 17:30 / 19:00  Laboratorio teatrale
con M. Antonietta Centoducatie e Gianni Binelli
Sala Cubo  17:30 / 19:00 Laboratorio di Grammatica dell’Arte: come leggere un’opera
con Saverio Coluccio
PERFORMANCES
  10:30 – 17:00 Proiezione di cortometraggi animati del Cortoons Festival di Gandia (Valencia);
Letture teatrali degli allievi del laboratorio teatrale L’Artificio

DOMENICA 4 OTTOBRE

SEMINARI SALA CONVEGNI
  10:30 Ricerca, Consapevolezza, Coraggio: Artisti si diventa
Lucio Braglia
  12:00 Kandinskij e la musica: relazioni meticolose
Andrea Talmelli
  15:30  Dies Irae: l’immagine della Peste nella cultura figurativa europea
Giuseppe Berti
  17:00 Breve storia delle macchie sui muri
Adolfo Tura
LABORATORI
Sala Acquario 10:30 / 13:00 Le geometrie variabili di Giorgio Scarpa
con Lorenzo Bocca
Sala Cubo  10:30 / 13:00 Laboratorio di Fotografia
con Riccardo Varini
Sala Acquario 17:30 / 19:00  Laboratorio con i Burattini della Fondazione “Otello Sarzi”
Sala Cubo  17:30 / 19:00 Scrittura fantastica
con Daniele Lunghini
PERFORMANCES
  10:30 – 17:00 Proiezione di cortometraggi animati del Cortoons Festival di Gandia (Valencia);
Letture teatrali degli allievi del laboratorio teatrale L’Artificio
LA DIVINA CON I MEDIA

LA DIVINA CON I MEDIA

L’anno 2021 sara’ il settecentenario della morte di Dante Alighieri e stiamo progettando un evento adeguato all’importanza del Divino Poeta.

A presto maggiori informazioni

PERCHE’ ISCRIVERSI

PERCHE’ ISCRIVERSI

UN ESEMPIO, NON MOLTO TEMPO FA…

Il Circolo è un laboratorio di questionatori, di scrittori della scienza vita.
Chi si iscrive al Circolo troverà un ambiente unico nel suo genere, un ambiente nel quale si svela la bellezza dell’arte: la ricerca continua.

La sospensione dell’incredulità. I pensieri sospesi. Viviamo in un mondo dove la gravità ha segnato l’evoluzione dell’umanità. La gravità, “scoperta” da un uomo che vide cadere una mela. Eppure si è sempre caduti. Lo scienziato scopre, l’artista cerca dentro la scoperta. “Sospesi per aria” (2016 Guastalla) è stato uno dei progetti che ha definito con più precisione l’approccio che ha sempre avuto il Circolo degli artisti, un laboratorio di menti che poi hanno messo a frutto artisticamente i propri percorsi.

SULLA CONTAMINAZIONE

SULLA CONTAMINAZIONE

Nell’arte una chiave per capire il nostro tempo e lo scontro/incontro tra culture

Nel presente e in futuro la rivoluzione non sarà più possibile: ci saranno solo rivolte. La rivolta è una ribellione sociale violenta ad un ordine sociale e politico che non si può più tollerare, mentre la rivoluzione è il frutto di un’utopia, un sogno radicale di mutamento per ricreare un nuovo ordine che si intravede, ma non si conosce ancora, tutto da inventare. Mentre sempre di più assisteremo a contaminazioni, nel flusso migratorio di popoli e di idee, nella globalizzazione sempre da ridefinire tra identità locali e tensioni verso un’unità che tecnica e sapere, di cui, oltre che flussi umani e mutamenti politici, sposteranno sempre più i confini, in un gigantesco processo di trasformazione inevitabilmente secolare.

Nell’antica Grecia ed a Roma, poi, vennero definiti i “generi” delle arti. Le prime forme teoriche di giudizio furono riservate alla letteratura e su queste si modellò quella che possiamo chiamare la “critica d’arte”, in nuce, che continuò e venne precisandosi nel Rinascimento e nei secoli a seguire. Da qui una rigorosa distinzione tra pittura “alta” definita dall’iconografia religiosa, storica e mitologica, trattata con “inventio” all’interno di una tradizione da proseguire ed innovare solo nel continuo rapporto tra pittura e poesia, per cui unicamente questi generi vennero a lungo considerati vera pittura e vera arte. “Genere” quindi viene ad indicare nel XVIII secolo tutte le categorie minori della pittura: ritratto, paesaggio, natura morta, scene della vita quotidiana e popolaresca, arte erotica. Così la pittura “alta” era arte, come la scultura – anch’essa distinta per generi – l’architettura, mentre tutte le altre forme d’espressione figurativa erano “arte minore”. Già con gli impressionisti questo castello teorico viene sgretolandosi e la contaminazione si insinua prima all’interno della pittura stessa e poi tra le arti, per cui oggi non solo non riconosciamo l’esistenza di forme “minori” d’arte, ma neppure differenziazioni tra gli stili che non siano quelli del valore linguistico usato, fino ad arrivare all’abbandono di ogni forma particolare di materiale da usare per le opere d’arte o condizionarle con soluzioni univoche, mescolandole ai suoni, alla musica, come  l’Environment, le installazioni, l’happening e il ricorso a tecnologie nuove, come il video ed il computer, in un processo che segna l’evoluzione stessa dell’arte del ventesimo secolo, della sua continua innovazione tecnologica e teorica, dando vita a molti “ismi” di correnti o tendenze che si proponevamo come esemplari e totalmente innovative. in un susseguirsi ondivago senza soluzione. Si sono recuperate al linguaggio artistico, la fotografia, il cinema, la danza, la pubblicità, la moda, il teatro e ogni forma di espressione in un mescolamento di linguaggi che una contaminazione spinta ed insieme un ibridismo, che spesso lasciano sconcertato il pubblico che ancora si muove con criteri di giudizio inadeguati. I linguaggi artistici un tempo indicati localmente come arte cinese, arte giapponese, africana, ecc., ed i mezzi che erano loro propri, hanno perduto ogni caratterizzazione localistica e si offrono agli artisti in un processo globale. Lo stesso confine tradizionale tra scienza ed arte spesso è stato non solo varcato, ma spostato in territori inesplorati.

“i Paesi che sono riusciti a creare le condizioni migliori per partecipare agli scambi globali di capitali, di beni e servizi, di informazioni e di persone, sono gli stessi che sono in grado di trarre i maggiori benefici da tali scambi. Sono più esposti a contaminazioni tra idee, progetti di ricerca, iniziative imprenditoriali, buone pratiche, talenti. E in ultima istanza, questo non può che voler dire migliori anticorpi rispetto ai periodi di crisi e maggiore capacità di attivare meccanismi di crescita strutturali – cioè indipendenti dal ciclo economico. Questo tipo di apertura permette alle imprese di prosperare, di adattarsi e guadagnarsi un posto nella competizione globale. Permette alle nostre Università di esprimere eccellenze e guidare l’innovazione, e ai Paesi di creare conoscenza produttiva in tutti gli ambiti.” (Carlo De Benedetti)

In questo caso le contaminazioni dell’arte, gli ibridismi di forme, di generi, di strumenti e di materiali, persino di obiettivi, hanno solo anticipato e preceduto quelle della società, del costume e della storia, che nell’ibridismo, nella creolizzazione delle culture vedono il problema vero del nostro tempo, da ridefinire continuamente in un equilibrio instabile che coinvolge anche la definizione dell’identità collettiva e individuale, come questa attività’  cerca di porre all’attenzione di spettatori attenti.

Ciò accade anche nel linguaggio usato dai nostri giovani nella “messaggistica cellulare”, accade nell’estendersi della possibilità di produzione di immagini-segnale che attraverso la rete, da Youtube ai social network come Facebook o myspace, diventano mezzi specifici di comunicazione e quindi fondano nuove grammatiche e nuove sintassi per nuovi linguaggi.   E l’arte non può certo sottrarsi a tentare di creare una nuova lingua e nuove parole, nello stesso tempo educando i contemporanei.