FE 2023 – EUROPA: UTOPIA O IDEOLOGIA?

| 29 Marzo 2023

di Lucio Braglia
Una cosa resta evidente: utopia non è da confondere con ideologia, almeno nel significato moderno di quest’ultima quale dottrina, più o meno valida oggettiva-mente, mantenuta in vita dagli interessi palesi o nascosti di coloro che se ne servono per il controllo dei comportamenti collettivi (Bobbio, Saggi sulla scienza politica in Italia). Dagli anni ’50 dura a tutt’oggi il dibattito sulla fine o sul declino delle ideologie con la tendenza alla contrapposizione fra “ideologico” e “pragmatico” e a scorgervi un sistema di idee dogmatico, dottrinario ed estremista.
Eppure quando nel 1801 Destut de Tracy creò il termine intendeva indicare “l’analisi delle sensazioni e delle idee” sull’onda del neo arrivato spiritualismo. Poiché alcuni filosofi di questa corrente osarono contrapporsi a Napoleone fu questi a usarlo per primo in senso dispregiativo definendo gli ideologi persone prive di senso politico e senza contatto con la realtà.

Alla fine dunque l’idea di una Europa unita cos’è: utopia, ideologia, un po’ di entrambe? Probabilmente è questa dicotomia la vera ragione di un disagio diffuso che non ci permette di vedere con chiarezza di cosa stiamo parlando. Non abbiamo nemmeno la certezza di fin dove possiamo spingere i limiti di questa costruzione, visto che ancora oggi come demarcazione dall’Asia adottiamo la linea che Von Strahlenberg disegnò nel ‘700 che parte dal Mar Glaciale Artico, corre lungo i monti Urali, segue quindi il corso del fiume Emba sino alle coste del mar Caspio terminando infine nel Mar d’Azov. I paesi di confine saranno sempre un po’ europei e un po’ no se prima non risolviamo il dilemma di base: siamo sul piano ossimorico di una utopia che acquisisce concretezza, su quello di una ideologia intesa come un filosofare
critico o su quello di un sistema di idee con spiccate componenti emozionali?
Alla filosofia spetta la risposta, alla politica le decisioni, a noi le conseguenze, ovvero l’inquietudine.