Gli ignavi e le stelle

Gli ignavi e le stelle

Gli Ignavi di Luca Bertolotti
Ignavia è una parola praticamente in disuso nell’uso corrente, al contrario invece in quello letterario. Quando si dice ignavia si dice Inferno. Quando si proncuncia, alla mente viene in ordine cronologico prima l’inferno e solo dopo il suo significato. E’ la potenza di Dante e delle sue invenzioni letterarie che scavalcano il significato.
Fatta premessa, Luca affonda con la sua arte nel significato vero della parola, toglie dalle mani di Dante il copyright della parola che sposta dall’immaginario al significato. Lo ricontestualizza, gli ridona il tono dovuto e legittimo di parola. Eppure…eppure riesce comunque a non far sparire l’immaginario dantesco. Gli ignavi di Bertolotti sono fuori fuoco ma colpiscono per la lucidità di visione espressa. Indolenti nel non farsi identificare, indolenti nel loro guardare altrove. Gli indolenti ti provocano quell’acido stato d’animo, quella particolare repulsione per quel non stare dove dovrebbero essere, perché noi dovremmo essere le nostre stesse responsabilità, seguirle insieme ai nostri corpi. Bertolotti invece immagina magnificamente questo sdoppiamento, questa traslazione tra persona e propria responsabilità grazie a un intrigante gioco di ombre provocate da luce emessa di un fuori fuoco, che sdoppia e sgrana tutto. Bertolotti pennella le grandi responsabilità in grandi ombre che si staccano da noi e dalle nostre azioni, allontanandosi per andare a risiedere in altri lidi. I corpi no, i corpi rimarranno per sempre fuori fuoco e per sempre dentro l’inferno. E, stavolta, in un nuovo, magistralmente rielaborato e immaginifico inferno. Mostra meno

Enzo Zanni “A riveder le stelle” per la La Divina con i Media
Non è il perfetto bilanciamento tra gli elementi, l’equilibrata armonia tra sapzi fisici e vuoti a fare di questa immagine una “cattura occhi”. Non è neanche la sua perfetta monocromia. Questa volta, l”omaggio alla stra-abusata citazione del famoso verso di Dante (“a riveder le stelle”) riesce a regalarci un momento di reale introspezione, un momento percettivo su ciò che ci circonda. Zanni, con questa immagine, riesce a sintetizzare tutto un universo, rendendolo completamente tangibile. La resa espressionista drammatizza l’attimo che immediatamente fugge a celebrare l’infinito. Guardando questa immagine andiamo oltre il semplice rimirar le stelle, quanto a rispercchiarci in ognuna di esse.